domenica 24 febbraio 2008

2003 - Dialettica degli opposti

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Così come non esiste una fisionomia univoca del centro, allo stesso modo è impossibile parlare di una periferia orientata in senso unidirezionale: il dialogo fra il centro e le periferie non si articola solo secondo le logiche dei confronti monolitici di tipo frontale, che tanto hanno caratterizzato momenti significativi della cultura figurativa del ‘900; si sfrangia anche nel gioco frazionato delle differenze interne che tolgono compattezza ai rispettivi poli.
Non esiste, cioè, un dialogo canalizzabile lungo alvei dai limiti definiti: esistono piuttosto soluzioni di intreccio, di groviglio, di by-pass multipli, di dinamiche in andata e in ritorno: esistono geografie che hanno sconvolto ormai la nozione stessa di centro e di periferia: tutto si decide in una dialettica spiraliforme di rapporti dialogici corali in cui solo alcuni paradigmi consacrati possono porsi come reincarnazione di un centro che riverbera di sé altri universi in ascolto.
Qui alcune antiche opposizioni si ripropongono con la forza tensionale di una volta e gli orizzonti degli universi in ascolto inseguono le loro ricerche di tendenza senza perdere di vista i rispettivi paradigmi.
Accanto al ventaglio delle poetiche funzionalistiche, coesiste il ventaglio delle poetiche orientate in senso opposto, ma il momento dialogico della dialettica è forse più importante del momento oppositivo implicito nella stessa.
Questo confronto è concepito quindi come una serie di attraversamenti multipli, rapporti di sottili equilibri fra differenti posizioni, che oltrepassano quelle polarità egemoniche che hanno scandito i tempi e ritagliato gli spazi della recente storia dell’arte moderna.
Non di “subtopia” si tratta però, ovvero di quella degradazione dei luoghi, di quello spaesamento o perdita di senso e di orizzonte che, in relazione alle problematiche ambientali, tende ad annullare, in un unico grottesco scenario, diversità e individualità, ma di felici e ricercati momenti dialogici che, per indicibile segreti sentieri, si incontrano in quel punto “oltre” che interessa l”inconciliabile congiunzione degli opposti.
Nel panorama isolano, e non solo, la vivacità di questa coesistenza è segno di ricchezza e pensiero in movimento.
Documentarla in una rassegna di confronti aiuta a farci un’idea delle coordinate culturali che si riverberano nel nostro mondo.
Questo il senso della mostra che si è svolta in novembre alla G28 di Cagliari con la partecipazione degli artisti Annalisa Achenza, Anna Boschi, Marisa Delzotto, Dionigi Losengo, Marina Madeddu, Gianni Maesano, Efisio Niolu, Paolo Ollano, Nico Orunesu, Marilena Pitturru, Maria Spissu Nilson. In occasione della mostra anche un breve intervento danzato, Improvvisazione, da un’idea di Assunta Pittaluga, con Miriam Ledda e Gloria Sanna.
Testo di Italo MEDDA

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